Nell’articolo di apertura del maggio scorso, avevo dato una giustificazione politica sul perché ho iniziato a scrivere questo Blog. Motivazione che mantengo intatta ancora oggi: https://iltallonediferro.eu/wp-admin/post.php?post=193&action=edit, ma oggi voglio delineare meglio il mio angolo di visione che è alla base de “Il Tallone di Ferro”.
La mia intenzione è fare di questo mio Blog, fatto di recensioni di libri e di spunti di cronaca, spesso locale, (ma non solo), un diario di viaggio, ma anche un ancora personale, contro i venti di omologazione che spirano sul nostro Paese. I libri recensiti sono soprattutto di politologia e sulla transizione energetica e digitale. Ciò che mi appassiona! Per quanto riguarda la letteratura, (altra passione) credo che sia una “esperienza” privata, e penso che sia meglio che rimanga esclusivamente personale, per cui non ne scriverò.
Ciascuno di noi è influenzato da tutti i libri che ha letto. Ancora più importanti sono gli autori, quelli che ci hanno formato, tramite le opere che sono diventate l’imprinting della nostra personalità, della visione del mondo alla quale aderiamo. Per chi scrive, per anni affetto da bulimia letteraria, che ho sconfitto solamente tuffandomi nei tanti meravigliosi fallimenti della vita, gli autori che ho amato e che fanno parte di me, sono i più disparati e diversi tra loro. Credo che se per magia li potessi invitare tutti insieme a cena, ci scapperebbe il morto! Sono fedele da sempre al motto “Mi contraddico? Molto bene, allora, sono vasto, contengo moltitudini (W.Whiltamnn). Nasco e mi formo in una famiglia di militanti di sinistra. Mai marxista (per ragioni anagrafiche), nel periodo universitario mi definisco politicamente un lettore della Rivista “il Mulino”. Mi laureo con il mio Maestro, il Prof. F. Mercadante, Filosofo Cattolico Rosminiano, che ha nutrito la mia sete di sapere con tante letture eterogenee, distruggendo in me il desiderio di qualsivoglia approdo dogmatico o scontato, affinando, da vero sofista, il mio bisogno di guardare tutto quello che c’è dentro e intorno all’individuo e al suo rapporto con il Leviatano.
Oggi, il mio Blog, rappresenta la mia ancora di salvezza, fatta di parole scritte, nei confronti di tutto il frastuono, di voci, urla, notizie e deliri… Con cui il contemporaneo avvolge l’esistenza di ogni individuo. La scrittura, il mio Blog, per esserci, per radicare il mio credo, mettere piccole pietre lungo il cammino nel flusso enorme degli avvenimenti contemporanei.
Scrivere il Blog è come scattare una foto istantanea, è la memoria della “mia” storia per come si dispiega, è testimonianza della mia storia vissuta. Certo, piena di errori di visione e valutazione, ma pur sempre legati a un mio punto di vista. Purtroppo la storia non concede esami di riparazione. Mai! La famosa previsione di Fukuyama è stata terribilmente smentita, la democrazia occidentale, non solo non ha vinto, ma mai come ora è sotto accusa, sia internamente che ai suoi confini. Personaggi, come Trump, Putin, Xi Jinping, non promettono nulla di buono per quello che accadrà nel futuro prossimo.
Guardando il nostro meraviglioso Paese gli anni passano e i problemi rimangano, anno dopo anno, invariati.
Invariati perché sono sempre elusi. Il nostro è un Paese, con tanta bellezza, ma <<senza anticorpi>> (Sylos Labini), incapace di reagire ai soprusi e agli abusi di potere. In Italia quando avvengono enormità non succede nulla, non si attiva nulla. Anzi, quanto più un potere diventa straripante, tanto più si attiva un riflesso di genuflessione collettivo, di servilismo.
Come scriveva Sartori: “Gli italiani, gli abitanti dell’Italia di oggi, si sono specializzati nel sopravvivere piegando la schiena. I nostro è sempre stato, ed è restato, un paese disossato. E un paese disossato, senza vertebre, al momento della prova non reagisce: subisce.”
La storia “vissuta”, la mia storia, quella che “racconto” nel mio Blog, è diversa dalla storia raccontata dagli storici. Gli storici arrivano a cose fatte. Sanno già come è andata. La storia non si racconta con i <<se>> e con i <<forse>>. Se è andata così, vuol dire che così doveva andare! Ma quando la storia è ancora in fieri, in fabbricazione, allora è tutta fatta di <<se>> e di <<forse>>. Nel fare si prospettano sempre alternative, e gli esiti sono frutto, spesso, di errori inconsapevoli e di coincidenze casuali.
Concludo ricordando le parole di Goethe: “Nulla è più terribile di un’ignoranza attiva”. Da cosa ci metteva in guardia il grande Poeta romantico? Goethe intendeva denunciare quell’attitudine della maggioranza che beandosi e nutrendosi della propria ignoranza, la ostenta, con convinzione al mondo, in questo senso è attiva. Noi abbiamo eserciti di classe dirigente omologata e stereotipata che fa della propria ignoranza attiva il suo essere parte della classe dirigente del nostro disossato Paese. Purtroppo di solito chi sogna per se stesso di candidarsi a guidare gli altri, che sia una città, una nazione o un popolo, come diceva G.B. Shaw : “Non sa niente e crede di sapere tutto, questo fa prevedere una chiara propensione per la carriera politica”. La ragione, il pensare, mi fanno spesso stare dalla parte minoritaria: non voglio mischiarmi troppo al branco che “dirige”, sia ben chiaro non nutro nessun risentimento invidia o astio, ma non mi piace seguire un capo (o un partito) senza neanche provare a capire dove si deve andare, ci tengo a mantenere le “distanze”. Scrivere questo Blog è il modo migliore per farlo. “Un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo si considera libertà”. (O. Spengler).
Ivan Magrì