Comunicato Stampa:
Sant’Agostino, tra eco resort sostenibili zona plastic free, centri salute e centri agro- sportivi.
In questi giorni di campagna elettorale mi è capitato spesso di sentirmi dire che Sant’Agostino è dei civitavecchiesi, ma che Tarquinia non ce la darà mai!
Questa ricostruzione un po’ semplicistica, si basa su credenze popolari e medievali dei confini tra città come se fossero stati in guerra tra loro. Il problema del territorio di Sant’Agostino, deve essere risolto a livello regionale, con una semplicissima e banalissima legge. Che passata la tornata elettorale chiederemo ai nostri deputati regionali di presentare. Non è una questione di campanilismo tra Tarquiniesi e Civitavecchiesi, siamo e rimarremo tutti cittadini italiani, governati dalla Repubblica italiana.
La questione si pone con la trasformazione nel corso degli anni che il nostro territorio ha avuto, per via della presenza di grandi infrastrutture nazionali sul suo territorio. Civitavecchia di fatto ha bloccato il diritto al mare per i suoi cittadini, malgrado sia una città che vanta una tradizione marinara millenaria, non ha più coste usufruibili e questo è un fatto grave, che impoverisce le radici della nostra comunità. La spiaggia di Sant’Agostino fino alla foce del Mignone è lunga solo 1086 metri, (Tarquinia ha 20 km di costa e Santa Marinella 23 km). L’area dietro la spiaggia è stato demanio militare fino al 2016. Non ha nessun legame con le tradizioni e l’identità del Comune di Tarquinia. Che certamente potrà anche tenersi come propri cittadini i frontalieri di via Ugo Neri. Ma c’ è un altra ragione per cui dobbiamo procedere rapidamente alle variazione della circoscrizione territoriale. Ed è di natura economica e occupazionale. Con la chiusura della centrale a carbone, Civitavecchia potrà tornare ad essere una città che punta sul turismo. I milioni di passeggeri in transito dovranno trovare una offerta recettiva che li convinca a fermarsi per giorni nel nostro territorio. Avere una spiaggia, un accesso al mare, in questa ottica è un punto fondamentale nelle possibilità di costruire una proposta adeguata. Lanciare per Sant’Agostino un progetto di turismo eco sostenibile che si distanzia dall’esperienza che oggi i crocieristi vivono sulle navi. Riqualificare e valorizzare tutta l’area di Sant’Agostino, Pantano, la Frasca e la parte di ex demanio militare dietro la spiaggia di Sant’Agostino, potrebbe essere una proposta vincente. Un simile progetto è già in fase avanzata di progettazione esecutiva nell’aree adiacenti all’aeroporto di Fiumicino. Dobbiamo puntare a un turismo eco sostenibile, con strutture a basso impatto ambientale e che offrano esperienze a contatto con la natura.
Gli hotel sostenibili nascono per tutelare l’ambiente e per essere considerati tali devono rispettare determinati requisiti. Dall’utilizzo di materiali naturali privi di sostanze chimiche, al risparmio energetico, dall’impiego di fonti rinnovabili alla preservazione del territorio circostante, ma anche la promozione di consumo di prodotti a km zero e la riduzione della plastica. Questa tipologia di strutture ricettive vengono scelte sempre di più dai viaggiatori attenti alle tematiche ambientali per trascorrere un soggiorno consapevole e responsabile. Gli eco-resort sono solitamente anche luoghi più autentici: offrono la possibilità di gustare il cibo locale e conoscere le tradizioni della comunità. Un Turismo di qualità che coniughi impresa e tutela dell’ambiente e che dia risposta ai nostri giovani in cerca di lavoro! Ivan Magrì