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Consumo di carbone, nel 2024 record globale. Una tonnellata su tre per centrali elettriche cinesi

Usati 7,8 mld di tonnellate. Consumo raddoppiato in ultimi 3 decenni. Un terzo del fabbisogno globale per centrali elettriche cinesi

18 dicembre 2024

Il carbone è spesso visto come un combustibile del passato. Tuttavia, il suo consumo globale è raddoppiato negli ultimi tre decenni”. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) dedicato a questo combustibile tanto inquinante quanto sostenibile. Nonostante tutti gli sforzi, la curva dei consumi globali non si è ancora invertita. Nel 2024 sarà battuto un nuovo record di consumo, con un utilizzo di 7,8 miliardi di tonnellate, ha calcolato l’Aie. Il livello dovrebbe stabilizzarsi nei prossimi anni, almeno fino al 2027, grazie alla crescita delle energie rinnovabili, senza però fare marcia indietro.

Un terzo dei consumi per centrali elettriche cinesi

Una tonnellata su tre di carbone estratto in tutto il mondo alimenta una centrale elettrica cinese. Pechino, il più grande consumatore e produttore al mondo, ha visto la sua produzione raggiungere i livelli record di 14 milioni di tonnellate al giorno a novembre. E si prevede che la Cina continui su questi livelli per evitare qualsiasi rischio di carenza.

L’uso del carbone, sottolinea l’Aie, continua perché in molti paesi la domanda di elettricità per i trasporti, il riscaldamento, il raffreddamento o i centri di elaborazione dati è in forte aumento. Anche le fluttuazioni climatiche hanno il loro peso. In Cina, estati molto calde o inverni freddi potrebbero far variare i consumi, al rialzo o al ribasso, di 140 milioni di tonnellate entro il 2027, sottolinea l’Agenzia, il cui rapporto Coal 2024 limita le sue previsioni a tre anni.

Nelle economie avanzate già raggiunto il picco

Nella maggior parte delle economie avanzate, l’uso del carbone «ha già raggiunto il picco e si prevede che continuerà a diminuire fino al 2027», si legge nello studio. Secondo le previsioni dell’Aie, i progressi saranno basati su nuove normative, in particolare in Europa, o su un maggiore utilizzo di gas naturale a basso costo negli Stati Uniti o in Canada.

Al contrario, l’uso del carbone continua ad aumentare nei paesi emergenti come Indonesia, Vietnam e India, «dove la domanda di elettricità è in forte crescita con la crescita economica e demografica». Per quanto riguarda il commercio, che avviene principalmente in Asia tra Cina, India, Giappone, Corea e Vietnam per gli acquirenti e Indonesia e Australia per gli esportatori, rappresenta solo il 20% dei consumi. Ma quest’anno ha anche raggiunto un livello record.

 

Una tonnellata vale sul mercato 129 euro

I ricavi derivanti dal carbone sono così elevati che è difficile pensare di ridurli. Con circa 129 euro a tonnellata, i prezzi sono lontani dai picchi del 2023 ma restano elevati, quasi il 50% in più rispetto a prima della crisi del Covid. Paesi come l’Australia, quinto produttore mondiale, non cercano quindi di ridurre le proprie esportazioni, ma sviluppano al contempo le energie rinnovabili al loro interno.

Altri, come l’Indonesia, un altro importante esportatore, vogliono agire più rapidamente per far fronte al cambiamento climatico. Il presidente Prabowo Subianto ha annunciato al vertice del G20 in Brasile un piano per eliminare gradualmente tutta la produzione di energia elettrica basata sui combustibili fossili entro 15 anni, costruendo 75 gigawatt di energia rinnovabile, in particolare dalle ricche risorse geotermiche del paese. Ma questa strategia è probabilmente troppo ambiziosa. L’inviato speciale di Prabowo Subianto per l’energia e l’ambiente, che è anche il suo fratello minore, si è affrettato a riformulare la prospettiva spiegando che l’idea di chiudere tutte le centrali elettriche a carbone entro il 2040 era «irrealizzabile», un «suicidio industriale e politico».

Negli Usa avanzano gas naturale e rinnovabili

Negli Stati Uniti, invece, il carbone è indebolito dall’ascesa del gas naturale e delle energie rinnovabili, che stanno rendendo l’elettricità prodotta dal carbone sempre meno competitiva. Le centrali a carbone americane ora bruciano collettivamente solo un milione di tonnellate al giorno, la metà rispetto al 2015. E i produttori di elettricità si sono ritrovati a fine novembre con una scorta di 138 milioni di tonnellate, secondo l’Energy Information Administration. Ciò li dissuaderà dal continuare a estrarlo in grandi quantità. Tanto più che la transizione energetica prosegue nonostante tutto oltre Atlantico. Entro il 2025, si prevede che altri 13 gigawatt (GW) dei restanti 173 GW di capacità produttiva alimentata a carbone saranno dismessi o convertiti a gas.



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